FAMIGLIA GUERRINO E ANGELICA

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Angelica e Guerrino

Tra i noccioli, davanti a un grande sasso lasciato dall’onda, colpisce la lastra marmorea che riporta due volti e due nomi: Angelica e Guerrino.

I coniugi che non avevano figli, strappati dall’acqua, non rimasero uniti nella morte. L’onda portò lontano Angelica e fu ritrovata, Guerrino invece non ebbe sepoltura.

La casa prima del disastro
Lisàndro e Gianpietro sulle macerie
Il sedime di Angelica e Guerrino

…Andando verso le Spesse vedemmo il cadavere di una donna nuda e presa sotto una persiana: era Angelica, moglie di Guerrino.

Iacomìn de Milào.

Sconvolgono e commuovono le parole di Maria de Meneghìn. Nei suoi occhi un velo di tristezza quando ricorda di aver lavato e ricomposto il corpo senza vita di Angelica insieme a Elsa, la levatrice del paese che l’aveva chiamata in suo aiuto. Fango e lacrime che scendevano copiose sul viso dell’una e dell’altra. Con la mano Maria sfiora i suoi capelli; erano lì le ferite più profonde di Angelica. Fu la prima salma ad essere portata nella scuola elementare.

In quei giorni c’era anche il papà di Guerrino. Era venuto a Erto dal paese dove si era trasferito, per salutarlo. La sera volle andare a dormire nella sua casa poco lontano dal figlio e così si salvò. È una di quelle sfiorate dall’onda, ma rimaste in piedi.

Il cippo che vedete accanto è in ricordo di Giuseppe, uno dei cugini di Guerrino, disperso in guerra. Era sulla tomba della madre di Svaldìn de Benéto. Dopo l’esumazione lo volle conservare portandolo qui.

La casa nuova, con la fontana nel cortile, spiccava tra quelle antiche di pietra. In questa piccola radura, la tempesta Vaia, nel 2018 piegò con la sua forza, alberi di un’età precisa: erano nati dopo il 1963 dove il graffio dell’onda aveva lasciato solo profonde cicatrici.

Angelica davanti alla nuova casa
La casa di Guerrino in costruzione
Angelica venditrice ambulante

Nel passato, Angelica come tante altre donne, aveva praticato il commercio ambulante che permetteva alle famiglie di integrare il bilancio familiare.

La fontana nel cortile
Guerrino con Claudio e Raffaello

I loro volti che la neve nasconde in parte durante l’inverno, riappaiono quando il sole la scioglie e la natura a poco a poco ridona i colori. Ritrovarci in primavera qui da Angelica e Guerrino è un’emozione unica. Poche pietre a segnare il perimetro della loro casa, le piastrelle e i narcisi in fila, uno dopo l’altro a delimitare ancora adesso il giardino originale.

Con tenacia hanno ripreso vita, a distanza di qualche anno dopo il disastro, rispuntando da quella terra tormentata. Corolle di un giallo intenso, occhieggiano nel verde a scandire la nuova stagione. Si schiudono ogni primavera per riportarci indietro nel tempo. La loro caparbietà è davvero continuità di vita.

I narcisi rinati

Dai ricordi di Giampietro fratello di Guerrino:

e il tempo ti dà una mano a sfumare i ricordi. L’unica cosa che ricordo è un giradischi arcaico. Ascoltavamo e si ballava pure la canzone “Romagna mia” in cortile e anche in cucina.

E oggi sono quelle note a ridare vita a ciò che è rimasto della casa.

Neppure la fontana ha più voce.

Torna indietro per ritornare sulla strada statale da dove sei partito.

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