Sei in Prada, borgata duramente colpita dalla furia dell’acqua nella sua parte bassa. Le vittime furono nove.
Al tempo del disastro io avevo dodici anni. A casa mia si riunivano spesso gli amici per bere un bicchiere di vino. Anche la sera del disastro vennero Sigia e Fortunè; solitamente si attardavano ma quella sera avevano tutti una fretta inusuale.
Verso le nove ci eravamo già coricati.
Ad un certo punto, mia madre avvertì uno strano rumore e invitò mio padre a chiudere le finestre: – Chiudi, minaccia temporale.
Fu mia madre poi ad alzarsi rimanendo stupita poiché verso di lei avanzava il diluvio, una schiuma bianca e il cielo invece era stellato. In un primo momento non si rese conto di quello che stava succedendo ma poi la sentii dire: – È caduto il Toc, scappiamo!
Ci pregò di alzarci, senza luce non riuscivamo a trovar niente. Fuori si udivano grida di persone che invocavano aiuto.
Ad uno ad uno fece scendere noi bambini dalla porta posteriore della casa.
Davanti a noi, scorreva acqua.
Ci avviammo verso casa Mela, mentre voci concitate ripetevano: “E’ vivo? É morto?”
Queste domande le ho stampate nella memoria, quella sera non la dimenticherò mai.
Noi bambini fummo sistemati sul fienile.
Il giorno dopo ci portarono in Giarόna. Noi non eravamo contenti e ci mettemmo a piangere quando ci dissero che avremmo raggiunto il paese in barca. Impressionante quello che vidi nel lago, indescrivibile. Continuavo a piangere.
Trasferiti a Cimolais, alloggiammo per un periodo presso l’albergo Duranno ed in seguito in una casa in affitto.
Lucia (Thìa de Gobo)
Era dalla primavera che le famiglie si erano spostate da Erto in Prada per i lavori agricoli, e sarebbero tornate in paese nel tardo autunno. Insieme alle mucche, molte famiglie allevavano anche il maiale e prima di rientrare in paese lo uccidevano per provvedere alla riserva di salami e salsicce. E si assicuravano la scorta di legna per l’inverno.
L’ambiente ora è cambiato per l’abbandono della attività agricole e boschive.
Il passaggio dell’onda distrusse anche coltivazioni e alberi da frutta lasciando una pietraia. Dopo il disastro i danni vennero riparati con la pulizia del pietrame e inizialmente, nonostante il divieto si ricominciò ad abitare abusivamente.
In questi ultimi anni ci sono cinque famiglie che abitano stabilmente qui in Prada.
Nelle parole di chi c’era, ti sembra di risentire quello strano rumore che in un attimo squarciò la quiete di una notte e di rivedere una porta spalancarsi all’improvviso, per cercare una via di salvezza mentre l’onda distruggeva le case poco distanti. Testimone di quegli attimi è Lucia.
Ora scendi passando fra le prime due case. In quella più bassa abitava la famiglia di Lucia. Prosegui il sentiero costeggiando il bosco per raggiungere la località Barisél dove abitava la famiglia Fortunè.
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