CASA FORTUNÈ

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Qui hanno perso la vita i coniugi Angelica e Fortunato.

La catena del focolare è riapparsa dietro a quello che ora rimane della casa. L’hanno ritrovata Paola e Carlo mentre cercavano funghi. Bepìno ricorda che poco prima del disastro era stato tolto il focolare per sostituirlo con una cucina economica più moderna. Aveva smantellato anche la cappa, così il calore si diffondeva nella stanza.

La mannaia e la falce ritrovate tra le macerie della casa mentre Giulietto de Mamanìn scavava nella speranza di ritrovare i corpi di Angelica e Fortunato. Profumo di fieno dell’ultima estate.

La macchina da cucire che Paola e Bepino conservano in casa. L’aveva trovata Maria de Gobo. Angelica cuciva per la famiglia e la macchina l’aveva su di un mobile ad angolo.

La stadera con cui Fortunato pesava il pepe e il sale quando, ucciso il maiale si accingevano a produrre salsicce e salami, o quando pesava qualche piccola forma di formaggio da vendere.

Le lenzuola impacchettate e un’imbottita raccolte da Thia de Mano.

Un materasso di crine impigliato nel traliccio.

E la chiave di casa ritrovata dagli scout dopo quarant’anni in un boschetto rinato nei dintorni della casa, dopo il disastro.

La notte del 9 ottobre Angelica e Fortunato erano soli in casa quando arrivò l’onda e travolse tutto. Gli oggetti di Memoria ritrovati narrano storie di affetti, di abbracci, di piccoli gesti quotidiani.

“Ero ritornato a Erto dalla Svizzera perché mi dovevo trasferire per lavoro a Como. Ero in attesa del cartellino rosa rilasciato dall’ufficio di collocamento. Avevo trascorso gli ultimi giorni prima della tragedia qui in Prada con i miei genitori. Uno di quei giorni avevo portato mia madre in auto fino a Longarone, passando sulla strada del Toc. Lì avevo notato molte buche, che prontamente gli operai della SADE stavano riempiendo con della ghiaia. Il giorno 8 ottobre salutai i miei cari e mi misi in viaggio per Como. Il 9 ottobre feci il turno di notte. Al mattino seppi di quanto accaduto in mensa, dal televisore che passava le notizie. Tornai immediatamente a Erto. I miei genitori furono ritrovati nell’acqua a distanza di due giorni l’uno dall’altra”.

Bepino de Fortunè

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