Sei in Pineda, frazione di Erto e Casso denominata dagli ertani Rùava. La notte del 9 ottobre 1963 qui morirono sette persone. Di fronte a te ci sono le abitazioni risparmiate dall’onda. Pineda era molto abitata: prima degli espropri qui vivevano più di 20 famiglie. Oltre la metà delle case, quelle della parte più bassa, furono espropriate perché si trovavano sotto la quota dell’invaso.
I SEGNI PREMONITORI
Da qui si può vivere da vicino la tragedia. Non siamo lontani dalla frana e il bosco oggi nasconde la sua vista. Verso sera gli abitanti di Pineda percepirono dei segnali premonitori, come se qualcosa di grave stesse per accadere. C’era chi stava con gli amici, chi si era già coricato, chi aveva scambiato parole di preoccupazione con il fruttivendolo che ogni settimana arrivava in Pineda.
Quella sera, verso le 20.30 arrivò il fruttivendolo e ci disse:
– Comprate poco e scappate perché lungo la strada del Toc vedi grandi crepe, ho perfino trovato un camion dove caricavano le bestie per trasportarle a Casso. Scappate, scappate di corsa.
Ma per noi erano parole al vento. Chi mai pensava che una montagna potesse crollare…
Franca de Benéto
Un po’ prima delle ventidue e trenta ero fuori con Tina e sentivo i sassi rotolare nel lago, poi andammo a dormire.
Anna de Adamo
Quando giunse l’ora di andare a dormire, Anna, mia sorella uscì per andare in bagno. Rientrata mi disse: – Senti come continua a scivolare giù la terra dal Toc. Io la invitai a smetterla, ero stufo di sentire che la terra correva su e giù e sempre quella.
Adamo de Sepìn
L’ARRIVO DELL’ONDA
Alle 22.39 la frana precipitò nel lago. Chiudi gli occhi …Ascolta le voci di chi c’era:
…vidi una nuvola che saliva e sentii il terreno vibrare come ci fosse un terremoto. Alzando lo sguardo vidi qualcosa di alto, molto alto e una gran nebbia e fumo e intanto sentii brr…accompagnato da un boato
Pierino de Naspo
…eravamo in casa quando tutto ha cominciato a tremare. Siamo usciti. Il Toc era illuminato e abbiamo visto scendere tutto, e tutto a una velocità incredibile. Pochi attimi e l’onda era sopra di noi. Mio papà urlava “Scappate, scappate, siamo morti!”
Clara
…io e Adamo uscimmo e vedemmo tutto bianco, sentimmo gocce di pioggia bagnarci. Pensai a un temporale però il cielo era sereno. Vidi un gran bagliore a Erto, sentii delle urla e poi più nulla.
Anna de Adamo
…e andammo a dormire e dopo un po’ sentii tremare tutto e si spense anche la luce. Mia mamma ci esortò a scappare. Lei già era lungo le scale e anche Anna, mia sorella lasciò la stanza, Io tenni duro ancora per un attimo e siccome il tremolio non finiva presi a scendere le scale di corsa provando invano a calzare un paio di scarpetti di panno.
Uscii scalzo e volgendo lo sguardo verso Longarone, vidi verso il cielo, gli abeti che scivolavano giù e nello stesso tempo un qualcosa di scuro che arrivava verso di noi.
Io e Anna, scalzi passammo davanti a lei, era l’onda che arrivava. Un’immagine distinta perché era una sera proprio chiara.
Damo de Śepìn
…la sera del 9 ottobre 1963 io ero nel fienile a dormire. Arrivò mia madre e mi svegliò all’improvviso e mi disse: “Presto, dobbiamo andare via”.
Prese me per mano e mio fratello in braccio; mentre uscivamo dalla stalla, arrivò l’acqua che ci ributtò nella stalla. Mia madre riuscì ad aggrapparsi alla mangiatoia.
Toni de Tina
…appena giunti in camera, avvertii come un forte vento, la luce si spense e per un attimo tremò anche la casa. Presi i bambini e mi avviai, illuminandomi la strada con una pila, inseguita da quello strano mormorio simile al fischiare incessante del vento e alle continue piccole scosse.
Franca de Benéto
Pierino, Clara, Anna, Adamo, Toni e Franca sono i testimoni oculari che, con i loro racconti, ti hanno fatto rivivere le sensazioni di quella notte.
Torna indietro e scendi lungo il sentiero che ti riporterà sulla strada per Pineda. Raggiungi il crocifisso e imbocca il sentiero seguendo le indicazioni per il rifugio Casera Ditta.
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