Pietro 3 anni, Armando 7 anni, Oliva 9 anni, Fabiano10 anni, Lucia 13 anni e la mamma.
Una croce, qualche pietra del muro perimetrale e poi più nulla, nessun oggetto che ci parli di loro.
I nomi ti appaiono all’improvviso tra la vegetazione dove da un deserto di ghiaia e fango è rinato un bosco fitto.
In primavera, un melo fiorito tende i suoi rami verso quella famiglia.
Oggi: un soffio di vento, il volo di una farfalla, il profumo della robinia, i giochi di luce dei raggi del sole, il passo sospettoso di un cervo: carezze della natura.
Ieri, invece: risate, rincorse, capriole, capricci e carezze di una madre.
Nelle parole di Silvia Maronato…un presepe
Ho pensato che sarebbe continuità di vita se dove un tempo c’era una casa,
adesso ci fosse un presepe.
E allora ho pensato al Col de la Rùava come un piccolo presepe tra fiori e lumini.
Sono sicura che da lassù ci sarebbe approvazione.
È nato in una semplice stalla con una mangiatoia come calda culla.
Sono convinta che accetterebbe di nascere anche dove non c’è più una casa ma ci sono parole di vita che ne custodiscono le chiavi con gelosia ed emozione.
Appena più in alto, a destra c’era la di Thénto dove sono morti Anna Maria 18 anni che tutti chiamavano Bruna e suo fratello Pietro di 14.
Nelle immagini che scorrono, Bruna è dolcissima. Nei suoi occhi la luce di un amore che stava sbocciando.
La mamma si salvò perché si trovava nella vecchia casa di famiglia.
Il papà Daniele (Thénto), invece lavorava alla diga come guardiano e quella notte perse la vita presso il cantiere.
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